Laboratori Esperienziali: L’Arte del sogno. Drum Serendipity Group. Psicoanalisi e Arte. Gruppo e Cinema.


Workshop esperienziale: l’arte del sogno

Breve presentazione di un lavoro di gruppo basato sul disegno di sogni

Vincenzo De Blasi

La possibilità di condividere i sogni all’interno di un’esperienza gruppale aiuta a conoscere e svelare i diversi livelli della realtà psichica che caratterizzano l’area transizionale dove nasce e si sviluppa la creatività.

L’esperienza di condivisione in gruppo del materiale onirico, rappresentato – e quindi evocato attraverso i simboli che caratterizzano le diverse modalità d’espressione scelte liberamente dai partecipanti – amplifica inoltre il valore sociale della creatività e dei sogni stessi, creando uno spazio per  l’integrazione delle emozioni complesse che caratterizzano le relazioni significative, anche rispetto al contenitore istituzionale e lavorativo di riferimento.

Nella metodologia che intende stimolare il lavoro psicologico individuale e gruppale sull’arte del sogno e del sognare, questi aspetti vengono amplificati ed esemplificati attraverso l’invito alla narrazione onirica e ai suoi elementi caratterizzanti, a partire da uno stimolo creativo, per mezzo dei vari canali rappresentativi (pittura, scultura, musica, arti visive ecc.) attraverso cui socialmente è manifestata la creatività individuale.

L’esperienza dell’“arte del sogno” è pensata per un gruppo di 8-15 partecipanti, e prevede 2 incontri della durata di 1 ora e 30 minuti ciascuno, consistenti in una prima parte teorica, in cui attraverso lezioni frontali e materiale didattico audio-visivo vengono presentate in sintesi le principali teorie psicologiche e psicoanalitiche sul sogno e sulla psicodinamica della creatività, e in una seconda parte pratico/esperienziale, in cui i partecipanti sono invitati a rappresentare liberamente e in gruppo le potenzialità oniriche individuali. Più in generale, nel dispositivo esperienziale si può dire che il sogno tenda “naturalmente” a configurarsi come elemento mediatore in gruppo e, pertanto, faciliti il processo di mentalizzazione delle emozioni e dei vissuti, promuovendo consapevolezza di sé e conoscenza attraverso una sintesi delle somiglianze presenti nel campo. Nell’attivare una dinamica di rispecchiamento interpersonale, la rappresentazione del sogno attraverso il disegno funge inoltre da impulso per i processi di catena associativa gruppale, amplificazione tematica, autorappresentazione (individuale e gruppale) (Neri, 1985), e favorisce l’istituzione di legami più circoscritti che “danno senso ai miti dell’umanità e all’immaginario che essi veicolano” (Vacheret, 1995).

Nel gruppo esperienziale così pensato, i sogni emergono con una presenza viva, fattuale e simbolica, in un qui e ora dove è possibile esperire nuovi vincoli tra i membri e nuove significazioni del vissuto passato e presente; da tali premesse, l’area rappresentazionale del “come se”, sia in chiave individuale che interpersonale, si estende e viene alimentata attraverso le potenzialità evocative di un elemento condivisibile, ed esperibile in uno spazio intermedio tra finzione e realtà.

Nell’esperienza, si verifica quindi un passaggio continuo tra l’immaginario individuale e quello multipersonale, fra le immagini interne del singolo a confronto con quelle degli altri partecipanti, tra l’Io individuale e l’Io-gruppo. Attraverso la dimensione gruppale, le immagini vengono elaborate in senso e con senso più ampio e gli individui possono attingere pensieri ed emozioni dal campo instauratosi, fruire di nuovi elementi identificativi, riappropriarsi di contenuti originariamente propri che ritrovano trasformati e resi manifesti.

Di seguito, con finalità esplicativa, vengono presentati i sogni rappresentati in un workshop esperienziale di qualche anno fa dagli allievi del Corso di Laura Magistrale in Psicologia della Salute, Clinica e di Comunità della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università  “Sapienza” di Roma, in qualità di partecipanti ad un workshop sull’arte del sogno previsto come esperienza pratica guidata all’interno delle attività didattiche della Cattedra di Psicologia Clinica (Prof.ssa Stefania Marinelli).


Laboratorio esperienziale DRUM SERENDIPITY GROUP

PRESENTAZIONE DEL LABORATORIO, a cura di Maura Ianni

Libere associazioni libere. Esperire, condividere, emozionarsi in gruppo attraverso
la COMUNICAZIONE SONORA


Laboratorio esperienziale di PSICOANALISI E ARTE

PRESENTAZIONE DEL LABORATORIO a cura di Lilli Romeo

Il laboratorio sarà condotto dalla psicologa/psicoterapeuta Lilli Romeo
L’esperienza artistica, sia questa realizzata o semplicemente fruita, può essere considerata esperienza e pensiero emozionale – dell’artista o del fruitore – espressi in forma condensata e metaforica: emozioni ‘figurate’ in immagini, che possono essere pensate e narrate al gruppo e in gruppo.
E’ un’esperienza umana che si propone di comunicare la realtà emotiva profonda. In quanto tale, l’immagine creata e pubblicata diviene un ponte non solo tra le varie parti del sé, tra il mondo interno e esterno, ma, ancor più, tra il Sé e l’Alterità.
Da questo punto di vista, l’arte oltre a rispecchiare la visione del mondo di chi la crea, costituisce una metafora delle emozioni e delle relazioni condivise dal gruppo sociale, custodendo in sé la capacità di contenere e immettere nel campo significati “altri” capaci di dare rappresentazione e fondamento a nuove immagini, idee e significati.
L’arte, dunque, non riguarda solo il singolo individuo, come voleva la psicoanalisi classica, bensì il legame tra questo e il suo gruppo.

L’obiettivo di questo laboratorio, rivolto agli studenti di psicologia, è offrire ai partecipanti la possibilità di condividere un’esperienza in comune, utilizzando la pittura e le sue immagini quali metafore e prime traduzioni di emozioni e pensieri individuali e collettivi
In termini psicoanalitici il fare un’esperienza non denota semplicemente il “vivere” qualcosa, si riferisce piuttosto a un tentativo di pensare e capire (conoscere), attuando delle trasformazioni.
Il gruppo costituisce lo spazio affettivo e relazionale nel quale è possibile pensare insieme e trasformare gli elementi portati dagli individui (vissuti, emozioni, pensieri, fantasie, ricordi), grazie alla funzione elaborativa e trasformativa che l’attività mentale di gruppo consente.
Nel nostro caso, l’esperienza di comunanza e le immagini proposte avranno la funzione di facilitare l’emergere di elementi nuovi, emozioni nascenti, rappresentazioni spesso comuni ai partecipanti, a volte diverse; di favorire il confronto, lo scambio, la nascita di nuove immagini e pensieri e velocizzare l’affiorare alla coscienza e la formulazione di “nuove” conoscenze appartenenti al singolo e al gruppo, le quali – come in un circuito ri-generante – potranno favorire processi di cambiamento nella visione del sé e dell’alterità, mediante la comunicazione e condivisione di nuove idee e concezioni della realtà.


Laboratorio esperienziale di GRUPPO E CINEMA

PRESENTAZIONE DEL LABORATORIO di Sergio Stagnitta

L’esperienza sarà condotta da due psicologi/psicoterapeuti (Sergio Stagnitta e Marco Tramonte).
Attraverso questo laboratorio abbiamo la possibilità di vedere dei film insieme. Questo è un primo elemento importante: condividere un’esperienza comune. Queste esperienza ci rimanda alle sale cinematografiche dove, a volte un po’ distrattamente, non ci rendiamo conto che non stiamo solo vedendo un film ma lo stiamo in parte condividendo con tutti gli altri spettatori. Il film diviene quindi un collante per i partecipanti al laboratorio, è l’oggetto comune del gruppo che ci permette di sollecitare alcuni elementi personali: le emozioni che il film attiva in ciascuno di noi, il rapporto che costruiamo con i personaggi durante la visione del film, le sollecitazioni che ci arrivano dalla trama e dai contenuti che il regista vuole trasmetterci ed inoltre le sensazioni silenti che passano tra i partecipanti.
Il secondo momento del laboratorio, è quello partecipare ad una dinamica di gruppo cogliendo le emozioni e le sensazioni che la visione ci ha suscitato ed utilizzandole come “diario di bordo” per tuttta l’esperienza. Lavoriamo utilizzando le sollecitazioni del film, ma soprattutto lavoriamo attraverso i nostri elementi personali che si vanno a configurare in una costellazione gruppale, in na polifonia di racconti che si intrecciano tra di loro.
La possibilità di confrontarci diviene quindi una risorsa per conoscere i punti di vista dell’altro, attivando la relazione, notando delle differenze o, al contrario, ritrovando punti in comune. Il punto di vista dell’altro ci aiuta ad aprire nuove prospettive a cui magari non avevamo pensato e ad integrarle con i nostri vissuti.
L’obiettivo quindi è utilizzare un potente mezzo espressivo, qual è il film, per conoscerci attraverso la relazione con l’altro.
Il laboratorio prevede l’alternanza di incontri in cui si vedrà un film ad incontri in cui si attiveranno le dinamiche di e in gruppo.
I film scelti avranno un filo conduttore che ci permetterà di orientarci durante tutta l’esperienza.

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